SosBlogger perché

In questo tempo di crisi, di problemi, è bello pensare che la nostra Italia possa cavarsela grazie alle sue risorse umane e naturali, alla bellezza del suo territorio, alla ricchezza dei suoi prodotti. La bellezza ce la siamo trovata attorno, come un magnifico dono – e siamo proprio fortunati a essere nati qui; la varietà e la bontà dei prodotti dimostra la potenzialità di un territorio ricco di diversità, e la capacità artigianale dei suoi abitanti.
Non ci si stanca mai di viaggiare in Italia: nel giro di pochi kilometri, si possono scoprire e vivere mondi  diversi. Dai fiori dell’Alto Adige alla sabbia delle spiagge salentine, dalle scogliere della Sardegna alle colline ondulate della Toscana e del Piemonte, dai dolci Appennini emiliani alle aspre alture della Calabria.

E allo stesso modo, da una tavola all’altra, si scoprono sapori diversi a distanza di pochi kilometri – materie prima di qualità, cresciute con cura e con amore, che si trasformano e si declinano in milioni di ricette diverse.

I foodblogger, ma non solo i foodblogger, girano abitano vivono tutti i giorni questo paese, lo raccontano, lo interpretano, lo fotografano, lo comunicano, lo traducono – e spiegano polemizzano discutono – nella maggior parte dei casi con un desiderio comune e condiviso, dare voce a un’Italia “comune”, quotidiana, di tutti i giorni, alla gente che ama la propria terra e le proprie tradizioni, ma che è viva e partecipa al presente e al futuro. Il mondo dei blog si propone di difendere e sostenere le persone, i prodotti e la cultura dell’Italia, spesso – come in questo caso – collaborando a progetti comuni.

In questo caso, il progetto comune che ci proponiamo con SosBlogger è quello di aiutare in qualche modo i territori colpiti dal terremoto del maggio scorso.

Tutto è nato da un gruppo di blogger e amici a tavola, parlando del terremoto, delle scosse che, insieme ai muri delle case e delle chiese, delle aziende, dei monumenti, hanno fatto crepare anche le cucine di una serie di ristoranti che – qui in modo particolare – hanno un legame speciale e profondo con il loro territorio. E parlandone è nata la voglia di aiutare gli chef che non potranno rientrare nelle loro cucine ancora, forse, per mesi.

Partendo da questa idea, è stato naturale dire: organizziamo una cena a loro favore! – che poi è diventato, facciamo cucinare loro qui a Milano, anzi, portiamoli anche nell’astigiano. E subito dopo, com’era prevedibile – apriamo un blog e raccontiamolo!

Ma un blog per una sola occasione non ci bastava – e così è nato SosBlogger: quando uno o più blogger vorranno sostenere un progetto, un ristorante, un’azienda in difficoltà, su SosBlogger avranno la possibilità di raccontarlo e di trovare delle persone che, oltre a leggerlo, potranno parteciparvi attivamente.
Quindi partiamo con la prima iniziativa: una cena, che vedrà riunite le delizie preparate da Gianni D’Amato de Il Rigoletto, di Reggiolo nell’Emilia, i produttori, movimentati da Carlo Vischi, che metteranno i loro prodotti, il ristorante Mirror dell’Hotel The Hub con lo chef Sandro Mesiti, e tutto il team di The Hub, che ospiteranno la squadra di Gianni per l’occasione, e tante persone golose e di buona volontà.
Anna Maria Simonini, Paola Sucato, Emanuele Bonati hanno subito registrato il dominio e aperto il blog; due giorni dopo Anna Maria e Paola sono partite per Reggiolo per vedere e raccontarci le storie e i progetti per il futuro della famiglia D’Amato.

E quasi contemporaneamente – quasi contagiosamente – i cinque ristoranti di Langhe, Roero e Monferrato che fanno parte dell’Associazione Le Soste hanno deciso di preparare una cena – al Cascinalenuovo di Isola d’Asti – devolvendo il ricavato della serata al Rigoletto di Reggiolo e all’Ambasciata di Quistello, nel mantovano (il terremoto non si è fermato al confine fra Emilia e Lombardia, ma ha raggiunto anche, fra l’altro Mantova e la sua provincia).
“Uniti per unire”, così si chiamerà la serata, che vedrà ai fornelli – oltre al padrone di casa, Walter Ferretto – Enrico Crippa del Piazza Duomo di Asti, Juri Chiotti e Diego Rossi delle Antiche Contrade di Cuneo, Pina Bagliardi del Gener Neu di Asti, Davide Palluda dell’Enoteca di Canale. Il Rigoletto e l’Ambasciata saranno ospiti…

E voi, cosa potete fare? Ovviamente, intervenire alle cene – si terranno il 9 luglio a Milano, il 12 ad Asti. E nell’attesa, condividere questo post, e SosBlogger, sui social network, parlarne e pubblicizzarlo, leggere e postare sul nostro blog, ma anche sul vostro, mandarci i vostri link, le vostre segnalazioni, i vostri commenti, parlarne con gli amici, e anche con i semplici conoscenti…
E naturalmente seguirci su questo blog: presto pubblicheremo altre notizie, le storie del Rigoletto e dell’Ambasciata, foto, interviste…

Paola Anna Maria Emanuele

20 risposte a “SosBlogger perché

  1. Scusate ma c’è gente che non può entrare in casa… e voi pensate ad aiutare un chef che come minimo ha più soldi di tutti noi messi insieme?

    • Ciao Alina, mi dispiace moltissimo per quello che stai vivendo. Sei tu che non puoi entrare in casa? Nel post scriviamo appunto di progetti inerenti alle nostre passioni. Immagino che ci siano associazioni private e pubbliche a cui tu possa far riferimento. Ci siamo semplicemente dati degli obbiettivi raggiungibili per la nostra piccola rete. In bocca al lupo e se vuoi raccontaci..

  2. Ciao ragazze! Complimenti davvero per questa iniziativa. Siamo Cecilia e Micol di Muffin e Dintorni, emiliane doc, volevamo solo segnalarvi il nostro piccolo progetto Emilia Mon Amour, stiamo realizzando grazie a numerose foodblogger, un ebook-ricettario emiliano per beneficenza. Al momento stiamo raccogliendo tantissime adesioni, pensiamo di pubblicarlo (anche in inglese) entro la metà di luglio. A presto! 🙂

  3. “bbiettivi raggiungibili per la nostra piccola rete”… scusate ma io pur non essendo terremotata condivido molto il pensiero di Alina, non scrivo qui il commento che mi è uscito dal cuore quando ho letto in fondo alla vostra mail che le cene hanno il costo di 100 euro a persona… sarà che per me avrebbe più senso coinvolgere migliaia di persone in cene da piòla a prezzi popolari che 4 gatti danarosi, dando davvero al maggior numero di persone possibile la possibilità di partecipare e aiutare!! trovo altresì scorretto, e spero proprio che mi diate una spiegazione, diffondere questa iniziativa (che mi pare molto di marketing più che di solidarietà) come un’iniziativa di blogger ( non negate, il nome stesso di questo blog comunica un messaggio distorto, ed è voluto) quando la stragrande maggioranza dei foodblogger non solo non ne sa nulla, ma non credo nemmeno parteciperà a questo tipo di cene, abituati come siamo a ben altre iniziative di solidarietà “dal basso” e non dai due stelle… Al più, e questo ahimé non mi stupisce, ci saran le solite blogger bon ton in cerca di notorietà che si lustreranno le medaglie facendo pubblicità a voi e agli sciccosissimi ristoranti. Chapeau!

  4. Cara Madama Bavareisa, c’è qualcosa che non funziona nel tuo commento. Una risposta parziale si trova qui: https://sosblogger.wordpress.com/2012/06/26/un-perche-al-perche-sosblogger/
    Ma è appunto parziale. Cerchiamo di precisarla meglio, a partire dall’accusa di scorrettezza. Noi siamo “oggettivamente” un gruppo di blogger: e se diciamo di essere un gruppo di blogger (e ristoratori e produttori) che si propone di aiutare, non diciamo che siamo “tutti” i foodblogger – e stiamo appunto cercando di diffondere, fra i blogger e non solo, queste iniziative. Non è una cosa riservata ai blogger – se vogliono partecipare, e diffondere, bene. Se preferiscono altre iniziative (e ce ne sono, e cerchiamo, quando ne veniamo a conoscenza, di diffonderle anche noi), benissimo – basta che ci sia un aiuto. Non è per le blogger bon ton – alcuni di noi (siamo anche uomini) sono sì educati e gentili (è questa la base del bon ton), ma lontani dall’immagine di bon ton che tu sembri disprezzare (a volte mi metto le dita nel naso). Ma se un/una blogger “bon ton” dà visibilità a queste iniziative di solidarietà, ben venga.
    Marketing? Accidenti, ci hai scoperto. Abbiamo messo il nome del nostro blog qui di fianco. Tutti verranno a leggerlo perché siamo buoni, compreranno i prodotti dei produttori che ce li hanno offerti per la cena, andranno a mangiare nei ristoranti che partecipano perché si sono prestati all’opera benefica. Ci saranno gli inserzionisti pubblicitari coi fasci di banconote di fronte alla porta (ah, se volete potete anche telefonarci…). Il Rigoletto, oltre al Rigolettino, aprirà il Gilda, lo Sparafucile, il Duca di Mantova, e il Gualtiermaldè.
    Costo: 100€. Tanto, è vero. Noi ci diamo da fare per SoSBlogger, gratis, e pagheremo i 100€: non è poco (con questa cifra si può uscire a cena una, due o tre volte, o comprare un paio di scarpe o due, un paio di jeans o due… o dieci pezzi di parmigiano terremotato da dieci euro…), per alcuni di noi (che hanno un lavoro “normale”, non da blogger) è una percentuale abbastanza significativa del nostro stipendio. Nessuno ha ipotizzato “ti scrivo dieci post mangio a gratis”. Possiamo farlo? Lo facciamo. Non possiamo? Guarda, non posso, scrivo tutti i post che vuoi, lavo i piatti, ma non ho i soldi. Mando 5 sms al 45500, e basta.
    Certo, si poteva pensare a iniziative che coinvolgessero migliaia di persone. Io, noi, non ne siamo in grado. Non abbiamo personalmente la capacità organizzativa, gestionale, i luoghi, le strutture. Per noi è più facile dire al ristorante che conosciamo possiamo venire con un po’ di gente da te?, ci concedi lo chef le cucine gli spazi per un’iniziativa benefica per speriamo 50, 100 persone?, che cercare un posto in cui possano stare 500 persone, o 1000. Ci sarà sicuramente chi lo farà, lo starà facendo, e se lo veniamo a sapere, se ce lo dici, lo comunicheremo. Forse non siamo nemmeno in grado di raggiungere 500 persone, o 1000, chissà se ne avremo qualche decina qui a Milano. Noi che scriviamo qui sopra siamo già tre… partiamo bene.
    E poi: tutti hanno la possibilità di partecipare e aiutare, e lo hanno fatto, e lo stanno facendo. I pezzi di parmigiano e grana padano terremotati sono esauriti; il concerto per l’Emilia dell’altra sera ha raccolto 2,8 milioni di euro. Chi gioca al Superenalotto può aggiungere una donazione da 1 a 200€ (duecento? troppi! e poi si favorisce il vizio del gioco…). Emanuele ha mandato tre sms al 45500, uno sua madre, un altro Titti…
    Nessuno deve venire per forza alla nostra cena (la mamma di Emanuele non verrà), ma se viene siamo contenti, e non penseremo che sia un/una blogger “bon ton”, ma una persona che grazie al cielo ha 100€ da donare ha chi ha bisogno, magari con un piccolo sacrificio.
    E questo ci basterà. Anche se siamo scorretti e bon ton.

  5. Condivido i commenti degli altri, devolvere il ricavato a due ristoratori amici è allucinante. Primo ci sono tantissime attività economiche a rischio in quelle zone e non vedo perché scegliere dei ristoranti, forse meglio aiutare asili e attività sociali. Secondo è il solito gioco di marketing incrociato che dovrebbe rendere tutto molto utile all’immagine degli altri partecipanti. Se vogliono donare lo facciano in un modo molto semplice, sommando due euro ad ogni conto nei loro esercizi e ristoranti e spiegando alla gente perché.

    • Condividi i commenti degli altri quali? Al precedente commento e anche su altri post è stato risposto esaustivamente. Ognuno è libero di donare come e a chi vuole. Altrimenti faremmo solo operazioni verso chi sta morendo di fame nel mondo, ti pare?
      Se sei veramente intenzionato a capire e a comprendere chi siamo veramente, ti basta leggere i post di questo blog. Sei libero di andare da ogni ristoratore e dirgli di maggiorare di 2 euro il conto ai loro clienti. Facci avere la lista di questi ristoranti e noi la pubblicheremo molto volentieri, come tutte le altre iniziative che ci stanno segnalando. Sempre per una questione di marketing incrociato, no?
      Paola Sucato aka ci_polla

    • ho visto, abbiamo risposto anche a loro, appunto. Se avessi letto le nostre risposte, avresti capito i nostri perché. Sempre che tu sia qui per capire o semplicemente per giudicare. In ogni caso abbiamo capito, che non la pensi come noi. Va bene, non è nostra intenzione convincerti.

  6. Condivido ognuno è libero di donare a chi vuole e come vuole. Non condivido la scelta. Se poi cerchi solo un plauso, rivolgiti ai vari ristoranti che fanno parte della tua iniziativa e fatti offrire la cena come spesso accade nel vostro mondo.

    • Se stessimo cercando il tuo plauso, forse non saremmo qui. Sono felice che tu condivida che ognuno sia libero di donare a chi vuole e come vuole. Non posso certo aspettarmi che la nostra scelta sia condivisibile a 360° da tutti, e nemmeno esiste questa pretesa, e men che meno da te. Noto un pizzico di malanimo e forse d’invidia nelle tue parole. Mi dispiace molto. Se ti può rassicurare, non mi sono mai autoinvitata in nessun posto. Buona serata
      paola sucato aka ci_polla

  7. Nessun malanimo, nessuna invidia (e di cosa poi ?). Apri un blog e la gente si sente libera di esprimersi, solo questo. Auguri comunque.

  8. ma se uno no fa nulla e sta nell’anonimato è meglio? ma perché criticare se uno ha voglia di fare qualcosa, ma anche fosse che si aumenta di popolarità, visibilità e tutto il resto.. e allora? se nel frattempo si è aiutato un ristorante ( e vuol dire cuochi, camerieri, donne delle pulizie.. non ci sono solo gli chef) ad andare avanti che male c’è?! io sono emiliana, di modena, per fortuna a casa mia non è successo nulla di grave ma ho molti amici lì e ognuno di loro sapete cosa dice? che bisogna andare avanti e che ogni aiuto di qualsiasi tipo è prezioso. a me bastano queste parole. L’importante per me e immagino che non possa essere condiviso da tutti, ma è la mia opinione, è che si faccia qualcosa per non dimenticare.

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